martedì 6 settembre 2016

Evidence of harm

19 agosto 2016
Ho appena terminato di vedere il film-documentario, che ha risvegliato in me molti pensieri ed emozioni sopiti perché legati a un tempo lontano. 
Non posso che condividerli qui. 

Ho preso appunti: "attacchi di panico, perdita della vista,....". Ancora non sento di aver ricevuto giustizia. Ancora ricordo quando il fidanzato diceva: "Ho capito, tu stai cercando di chiedermi più attenzioni". Non poteva capire, avrà pensato di non conoscermi a fondo come io del resto ero sorpresa e incredula di me stessa. Mi ricorderò sempre un portico con un pavimento di gomma nera, dove sembrava di soffocare dal caldo, o il rumore dei tacchetti delle scarpe che mi entrava nel cervello. Non sopportavo la musica... E tempo dopo facevo "le prove": andare a buttare la spazzatura, andare dal tabaccaio a comprare schede telefoniche,... Cercavo di riprendere fiducia in me stessa, ma il mio fisico aveva percezioni diverse e, come dice Stacy, era nel mio corpo, non nella mia testa!
I rossori, i sudori, i tremori.... una enorme cattura alla mia vita. 
Alcune persone mi sono state vicino, oltre alla famiglia più stretta seppure spesso iperprotettiva, mentre gli amici si sono spaventati tutti. Solo Matteo e Lucia sono rimasti. 
Son tornati poi i vecchi e una marea di nuovi amici quando ho ripreso la mia vita, e tanti "cavalieri" pronti a offrirsi per un nuovo rapporto. 
Ma la mia reazione di indipendenza e "riconquista di me stessa" non mi ha mai portato a investire profondamente.... 

Passato il momento, passati tanti anni, sono emersi nuovi disturbi, Non capivo come non capivano gli altri, e ancora ho rafforzato questo senso di libertà. il bisogno di sfilarmi dalle facili etichette: "Sì, andava tutto bene ma tu non eri veramente felice....". Il mercurio aveva "impallato" negli anni il mio sistema immunitario e un banale virus mi teneva in scacco.... Ma non sapendo che pensare, si può sempre buttarla sugli "scompensi emotivi" (citazione testuale).
Sempre grazie allo studio, a ciò che avevo imparato, a ciò che ho cercato, ad una grande determinazione che certamente mi appartiene, ho potuto trovare la strada (non senza l'aiuto di persone chiave come la signora Valeria e il dott. Di Tullio - che purtroppo ha abbandonato tutti i test di un tempo), 
Ci ho messo qualche anno e diverse migliaia di euro, più di una decina, ma la mia vita l'ho riconquistata. 
Parzialmente in effetti, perché non potendo smettere di lavorare e non avendo denaro a sufficienza per fare le cose fino in fondo con l'assistenza costante di un bravo professionista, ho chelato un po', probabilmente un bel po', ma certo non ho fatto tutto. 
Anche allora c'è stato qualcuno più vicino di altri: il mio amico Tommaso, il mio papà che trovavo veramente smarrito e molto coinvolto, mia zia che mi ha accompagnato ovunque facendomi materialmente da spalla, quando non riuscivo a stare in piedi. 
Ma la grinta non l'ho mai persa.... neppure quella per controbattere duramente alle assurdità di una superficiale e sgradevole specializzanda cui il ssn mi aveva incautamente affidato (diagnosi: quella di cui sopra; cura: psicofarmaci. Se li prendesse lei...).

E se in tutto questo voglio vedere un filo conduttore, ho pensato da sempre che bisognasse lottare in ogni campo per informare, per aumentare la consapevolezza (non solo nella malattia). La mia esperienza me l'ha permesso. 

Il mio blog è per tutti quelli che sperimentano a volte la solitudine dell'incomprensione intorno a loro ma che sono parte importantissima di questo folto gruppo di "lottatori". Non si può tacere, bisogna parlare, gridare che ci sono rischi... e farsi sentire da chi non sa ancora cosa gli stia accadendo. 
Così hanno fatto tutti i protagonisti del film e tutti coloro che riempiono il web di articoli, testimonianze, avvertimenti.
Sono consapevole della necessità di scremare, di ridimensionare le presunte verità di ogni articolo che compare su internet, ma oggi le ricerche ci sono e purtroppo sono spesso i medici ad ignorarle. .

Detesto i social network ma è il web che mi ha fornito le pubblicazioni da studiare, indicazioni, suggerimenti.... e una buona via d'uscita. Per questo penso che parlare di sé sia talvolta un dovere.
Non tutte le storie sono facili né tutte si risolvono, ma tutto acquista senso guardato in prospettiva. Sul lungo termine si può intuire "perché proprio a me".
Sono fiera del mio percorso e grata a tutti quelli che mi hanno aiutata nel tempo, nonché molto soddisfatta quando posso condividere questo "compito di informazione".
Il documentario che presenterò nel prossimo post è emozionante anche per questo. 

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