giovedì 31 gennaio 2013

Mikhail Tombak

All'inizio non mi diceva nulla, ma quando trovai su un sito le sue indicazioni su come liberarsi dai metalli pesanti, iniziai a cercare notizie (e a fare le "terapie"). Scoprii un po' alla volta che si tratta di un personaggio molto noto nell'ambito della salute, di quelli che, come la Kousmine, sa insegnarti a star bene in modo naturale. Ci sono nei suoi testi spiegazioni e dritte che valgono tanto per la prevenzione quanto per la cura e, se anche non tutto si può guarire, sicuramente alcuni "aggiustamenti" della vita quotidiana possono essere intrapresi senza grandi sconvolgimenti.
In passato avevo provato gli sciacqui con l'olio di girasole e in questo mese mi sono cimentata con la "terapia dei gusci d'uovo". 
Nel frattempo avevo comprato i suoi due libri più noti e, dall'estate ad oggi, me li sono "studiati". Solo verso la fine del secondo, pochi giorni fa, ho trovato la parte specifica sui metalli che riporterò nei prossimi post. Non è lunga. Comprare il libro solo per questa non vale la pena.
Io li ho acquistati usati dagli USA, ho avuto un sacco di guai con le spedizioni ed i rivenditori (ho abbandonato il caro e buon "Amazon"), però ne sono rimasta assolutamente soddisfatta. 

Più volte parla di se stesso: bambino grasso, nutrito a schifezze, sempre malato, riempito di antibiotici e medicine da una mamma medico con poche energie da dedicare al figlio. Solo un rigonfiamento del fegato li costringe a ripensare questo modo "pratico" di intervenire e crescendo diventa la sua via...
La mia storia, pur con tante differenze, è piuttosto simile.



martedì 22 gennaio 2013

Perfluorinati nel sangue: rischio di infertilità e altro

Un'altra ricerca sui PFC è descritta in italiano sulle pagine di un sito istituzionale: la presenza di composti fluorinati nel sangue metterebbe a rischio le gravidanze.http://www.comune.torino.it/pass/php/4/Salute.php?pag=41295

Su un sito canadese si parla di bioaccumulo in piante e animali (vecchia storia...) e di danni, oltre che al sistema immunitario, a fegato e tiroide. http://www.hc-sc.gc.ca/fn-an/securit/chem-chim/environ/pcf-cpa/qr-pcf-qa-eng.php

Anche il WWF, con la campagna "svelenati", se ne è occupato, andando a dettagliare ulteriormente la lista (pentole,  tessuti da abbigliamento e da arredamento, componenti di farmaci, schiume antincendio, lubrificanti, adesivi, cosmetici, insetticidi, rivestimenti per tappeti e mobilio) e gli USA hanno già messo al bando le pentole in teflon oltre il 2015. 

Non si può davvero che convenire con Grandjran quando, in un suo video, diceva che la gran parte delle sostanze chimiche che usiamo quotidianamente non è testata. Siamo tutte inconsapevoli cavie!


lunedì 21 gennaio 2013

Quanto sono innocui i composti perfluorinati

Per capire meglio di cosa parlava il prof. Grandjean, segnalo la pagina di un blog che sintetizza le ricerche sull'argomento, una volta tanto in italiano. http://www.sustainability-lab.net/it/blogs/sustainability-lab-news/quanto-sono-innocui-i-composti-perfluorinati.aspx

Copio:
"I composti perfluorinati (PFC) sono composti organici  fluorurati che grazie alle loro caratteristiche straordinarie (in particolare per il loro comportamento idro- e liporepellente e la loro stabilità termica e chimica) consentono una gamma di applicazioni molto ampia. Pentole con rivestimento antiaderente, superfici sporcorepellenti, schiume ignifughe ecc. sono soltanto alcuni esempi di uso quotidiano. Nel tessile in particolare sono utilizzati per dare al tessuto effetto waterproof e antimacchia."

domenica 20 gennaio 2013

PFCs and Vaccine Response

Le ricerche di Grandjean riguardan anche i PFC, composti molto stabili che difficilmente si spezzano anche una volta entrti nel corpo umano.
Utilissimi per molti oggetti della vita quotidiana (es. rivestimento delle pentole), si sono però rivelati causa di una bassa risposta immunitaria dei bambini alle vaccinazioni.
Non parliamo direttamente di mercurio, ma siamo in zona...

 

giovedì 10 gennaio 2013

POPs

Ho cercato meglio cosa sono i POP (vedi wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/Persistent_organic_pollutant). Si tratta di sostanze inquinanti presenti nell'ambiente che tendono ad accumularsi nei tessuti umani e ad entrare nella catena alimentare, potenzialmente dannosi per la salute e per l'ambiente; sono idrosolubili, liposolubili, volatili.
Buona parte di essi si trova nei pesticidi o in solventi, prodotti in cloruro di polivinile (PVC) e farmaceutici.
Esistono fonti di POPs naturali ma la maggior parte è prodotta chimicamente.
Sono difficili da eliminare; quelli liposolubili attraversano la membrana cellulare e si depositano nei tessuti grassi degli organismi.
Nell'ambiente possono raggiungere zone molto lontane da quella di origine, anche attraverso l'atmosfera. Nelle zone calde volatilizzano maggiormente, si concentrano in quelle fredde (v. Artico). Per questo anche nelle zone in cui sono stati vietati non si assiste ad un calo della loro presenza.
Possono portare a morte o danni del sistema endocrino, riproduttivo e immunitario, problemi neurologici e comportamentali, cancro soprattutto al seno. 
Uno studio del 2006 dimostra anche una relazione con il diabete, sebbene non un rapporto diretto di causa effetto: la fonte di contaminazione maggiore avverrebbe con l'ingestione di grassi animali o in alternativa la presenza del diabete favorirebbe l'accumulo di POPs; è inoltre stata trovata una concentrazione maggiore di POPs dove il diabete si associa all'obesità. Limitare il consumo di grassi animali può dunque ridurre il rischio di diabete.

mercoledì 9 gennaio 2013

Chemical Brain Drain - il video intero

Ho visto il video intero ed è a dir poco impressionante. Le immagini rendono bene il concetto. Mi ricorda quando il dott. Verzella attribuiva i disturbi di apprendimento a stati d'intossicazione...
I primi minuti sono quello che abbiamo già visto nel trailer.
Il seguito può essere sintetizzato come segue.
L'inquinamento può impedire un normale sviluppo del cervello.
Lo sviluppo del cervello avviene una volta sola ed è un fenomeno così complesso che niente deve andare storto. 
Sono stati fatti vari studi.
Uno dimostra che la velocità della trasmissione degli implusi elettrici nel cervello cala anche a bassissimi livelli di esposizione al mercurio.
Un altro metodo ha cercato di indagare il funzionamento del cervello dei bambini in caso di contaminazione: gli è stato chiesto di fare "finger tapping" con le dita (vedere le immagini). I bambini non esposti ad alte contaminazioni usano una sola area del cervello, quelli molto esposti ne usano due e questo, dice Grandjean, è assolutamente anormale, è un segno di immaturità del cervello che non ha ancora deciso quale parte usare = il cervello non ha ancora trovato la sua via ottimale per comunicare.
Ogni volta che il mercurio si stabilizza i bambini perdono funzioni per 1 o 2 punti di Q.I., che in pratica non significa molto però... Il cervello semplicemente definisce chi siamo, è quello che fa l'essere umano, l'individuo ed ogni sua funzione è essenziale per noi. La situazione non migliora monitorandola 1 o 2 anni dopo. Significa che se il cervello viene danneggiato, il danno è permanente.
Le sostanze che possono arrecare danni al cervello sono 201: il gruppo più grande sono i pesticidi (causano danni cerebrali agli insetti ed il nostro cervello è molto simile al loro dal punto di vista biochimico), seguono metalli e componenti inorganici, solventi, altri prodotti industriali.
La metà di tutti questi sono prodotti chimici di largo ed alto uso nella nostra società.
Su circa 100.000 sostanze chimiche, noi conosciamo appena un po' su 1000 di esse, che sono neurotossiche (vedi esperimenti sui topi). Di esse 200 sono clinicamente documentate come tossiche per il cervello degli adulti e ancora 5 sono tossiche per lo sviluppo del cervello umano: mercurio metallico, piombo, .... e toluene (un solvente).
Stiamo iniziando a regolamentare l'uso delle 200 sostanze individuate ma non facciamo nulla per le rimanenti: non stiamo testando i nuovi prodotti chimici.
Stiamo andando verso una silenziosa pandemia perché tutti quei bambini che hanno danni al cervello non vengono necessariamente diagnosticati, possono essere solo un po' più lenti o avere comportamenti devianti, essere un po' meno bravi a scuola,...
Ora sappiamo così tanto sui danni cerebrali che possiamo fissare limiti, ma questo non succedeva per esempio negli anni '60 con il piombo.
I bambini con problemi neurologici (autismo,...) stanno aumentando, siamo ad 1 su 6. Questo ha un costo molto in termini economici, per scuole speciali,...
Ci vuole più prevenzione, brains need protection!

martedì 8 gennaio 2013

Chemical brain drain

Girando sul sito dell'Alleanza, intanto trovo un video, di circa un mese fa, del professor Grandjean dell'Università di Harvard, Dipartimento per la salute, che si occupa delle contaminazioni ambientali e dei danni che provocano.
Il video che posto in breve dice che i bambini non sono protetti, come si pensava, dalla placenta e che come un adulto sono suscettibili di danni al sistema nervoso ("il cervello è molto vulnerabile e non perdona"). I test che dimostrano le contaminazioni chimiche (piombo e mercurio) sono molto costosi e, data l'utilità di queste sostanze, riteniamo di poterci permettere di non affrontare la questione. "Brain needs protection". Compito della prossima generazione sarà prevenire i danni degli agenti chimici. 
E' la sintesi dell'intera conferenza, che pubblicherò non appena riuscirò ad ascoltarla per intero. 

domenica 6 gennaio 2013

Effetti tossici del mercurio nel biota artico - 2

Prendete la traduzione per quel che è, l'articolo è lungo e alcuni concetti non mi sono chiari.
Vi sono inoltre ricchissimi dati non sempre allarmanti che io non riporto.

C'è qualche prova che il mercurio stia danneggiando la fauna dell'Artico?

Il Mercurio può danneggiare il biota e gli umani residenti nell'Artico se in alte concentrazioni, soprattutto le donne in gravidanza e il feto durante il suo sviluppo. Dimostrazione di ciò è già stata fornita in Iraq e Giappone. Oltre che per gli umani è neurotossico per la fauna selvatica, documentato in alcune specie che si nutrono di pesci come i visoni.
Tutti i composti con il mercurio sono neurotossici ma la preoccupazione riguarda soprattutto il metilmercurio. Quest'ultimo, una volta ingerito, viene portato a tutti gli organi del corpo attraverso il sangue, sino ad attraversare la barriera del cervello. A certe concentrazioni può distruggere una gamma di processi neurologici, degenerazione della corteccia occipitale e del cervelletto, portando a parestesia, atassia, danni sensoriali e perdita di memoria.
C'è timore che il mercurio presente nell'Artico possa avere conseguenze sul comportamento e la salute.
Per esempio uno studio su 43 bambini Inuit dimostra che pochi sono i deficit dovuti al mercurio.
Seguono dati sulla concentrazione nel cervello di vari animali.
Ci sono anche effetti meno evidenti che sono stati studiati: in presenza di alte concentrazioni aumenta il livello di recettori “muscalin cholinergic” e calano quelli “NMDA” (cosa voglia dire questo lo guardiamo poi).
Continua con i dati su orsi, visoni,................
Un calo dei recettori glutammato NMDA sono preoccupanti perché essi giocano un ruolo fondamentale in processi legati alla salute, al comportamento, alla riproduzione ed alla sopravvivenza di questi animali.

Il fegato agisce come drenaggio linfatico e intestinale, supporta processi metabolici e interviene nella sintesi delle proteine nel plasma (?) e fattori di coagulazione, è un modulatore endocrinp/immunologico e immagazzina energia (glicogeno).
In pratica è il luogo dove i componenti xenobiotici sono biotrasformati.
Nei soliti animali soggetti a studio sono state riscontrate lesioni del fegato (infiammazioni, necrosi,...) in presenza di mercurio e cadmio. In pratica i danni sono tre: induzione del reticolo endoplasmatico liscio (?), interruzione della trasformazione ADP->ATP, stress ossidativo delle membrane cellulari i cui segnali sono ingrossamento del fegato e ipossia.

I reni agiscono come un filtro, ripulendo dagli scarti tramite l'urea, mntiene l'omeostasi di calcio e fosforo, la pressione del sangue, i livelli di acqua e di elettroliti, attivano la vitamina D.
Sono state rilevate negli animali lesioni renali indotte dalla presenza di mercurio inorganico: sclerosi e otturazione dei glomeruli, necrosi, fibrosi interstiziali e infltrazione di cellule linfocitarie e/ o mononucleari

Nelle balene è stata trovata anche iperplasia fibromuscolare nei polmoni.

Nonostante la detossificazione per via del selenio, questi agenti chimici rappresentano uno stressore per gli animali.

La ricerca del mercurio nel sangue riguarda il metilmercurio, indicatore dei processi di assorbimento del cibo e del rilascio di mercurio mobilizzato (es. da muscoli e fegato).
Le quantità trovate nei piccoli dimostrano che anche la riproduzione è una via di eliminazione del mercurio.

Negli orsi si è dimostrato che il mercurio è associato ad una riduzione del recettore NDMA e allo stato di metilazione genomica del DNA nel midollo.

Anche nelle uova, soprattutto l'albume, di uccelli marini si è trovata presenza di mercurio che causa mortalità precoce degli embrioni, ridotta taglia dei pulcini e deformità.

C'è mortalità nei pesci solo ad alti livelli di metilmercurio. A livelli inferiori si notano problemi neuroendocrini, come comportamenti inadeguati nella deposizione delle uova e calo della riproduzione.

CONCLUSIONI

Le interazioni del mercurio con altri stressori chimici (cadmio, POPs), fattori nutrizionali (selenio, vitamine disponibili), fattori climatici (cambiamenti climatici e inpatto sulle condizioni ambientali), sono importanti per il biota artico.

Molti predatori sono contaminati da mercurio e metilmercurio per via della catena alimentare, tuttavia una parte viene demetilato, mentre il mercurio inorganico si lega al selenio. Questo permette loro una detossificazione.

Nelle balene è stata trovata alta concentrazione di mercurio nel cervello con effetti neurotossici, mentre negli orsi, pur in presenza di quantità importanti in fegato e reni, la concentrazione nel cervello è più bassa grazie all'escrezione tramite il pelo. Gli animali con la pelliccia hanno un'ulteriore forma di difesa.

Alcuni uccelli hanno concentrazioni tali da interferire negativamente sulla riproduzione.

Le conoscenze sulle alte dosi di contaminanti sono ancora limitate.

sabato 5 gennaio 2013

Effetti tossici del mercurio nel biota artico - 1

Ho iniziato a leggere l'articolo di cui ieri ho postato il link. Molto interessante ma non sempre immediato da seguire.
Ecco una prima, parziale sintesi.

Le ricerche riguardano le specie animali dell'Artico. In 150 anni i livelli di mercurio sono aumentati del 92%.
In particolare la ricerca è focalizzata sui mammiferi con le più alte concentrazioni e che sono fonte di nutrimento per la popolazione, balene, foche ed orsi, che rappresentano una sentinella dell'ecosistema marino e che  come le persone vivono stabilmente in queste zone.
Dapprima si analizzava la presenza di mercurio in muscoli e sangue, dove è paragonabile agli “organi target” come fegato e reni, poi si è passati al cervello.
Sono stati trovati agenti contaminanti che a volte sono antagonisti ed altre lavorano in maniera sinergica, come per es. mercurio e POPs (Persistent Organic Pollutant=agenti inquinanti persistenti nell'ambiente). 
I mammiferi trattengono dal cibo il 95% di metilmercurio e solo il 15% di mercurio inorganico.
Una volta che il metilmercurio ha attraversato l'intestino, la linfa e il sangue, arriva negli organi dove viene demetilato, poi immagazzinato o espulso.
L'organo principale di mammiferi marini e uccelli dove ne troviamo grandi concentrazioni è il fegato.
Invece pinnipedi e orsi procedono sia alla demetilazione nel fegato che all'espulsione tramite il pelo e con feci e urine.
L'espulsione col pelo e la pelle riduce la concentrazione nel sistema nervoso centrale.

Mammiferi e uccelli che si nutrono di specie acquatiche possono essere in parte protetti dalla tossicità del mercurio da vari meccanismi, tra cui la demetilazione e il legame tra mercurio e selenio. Il Selenio sequestra il mercurio riducendone la biodisponibilità, ma anche il mercurio sequestra il selenio riducendone la disponibiltà.
Il selenio agisce inoltre direttamente o insieme con altri antiossidanti proteggendo le cellule dallo stress ossidativo dato dal mercurio o da altri fattori.
Il selenio è infatti un componente dell'acetil-selenio-cisteina, della selenio-glutatione perossidasi (proprietà antiossidanti), degli enzimi che trasformano la tiroxina... non so che da T4 in T3.
Se un agente tossico entra nel cervello e distrugge l'azione del Selenio, sono certi effetti nocivi: il metilmercurio ha affinità con il selenio e facilmente penetra la barriera del cervello attraverso il sangue, per poi trattenere selenio e ridurre la sintesi delle proteine che esso compone.
I selenidi che si formano nel processo di sintesi della seleniocisteina sequestrano mercurio, creando dei precipitati che sono inerti.
La formazione di composti Se-Hg riduce la disponibilità di selenio.
Sono stati trovati anche composti di altri metalli con il selenio nel fegato dei mammiferi.

venerdì 4 gennaio 2013

Philippe Grandjean e le sue ricerche - Arctic biota

Dopo essermi imbattuta nel video di un suo intervento, ho cercato di saperne di più su questo professore.
Ho guardato la pagina di presentazione http://www.hsph.harvard.edu/faculty/philippe-grandjean/ e poi ho sbrirciato tra le sue pubblicazioni.
Una ricerca pubblicata nel 2012 riporta limiti di mercurio superiori alla soglia di sicurezza tra le popolazioni di Inuit e gli animali dell'Artico, con evidenti preoccupazioni per territori di Canada e Groenlandia: orsi polari, balene e balenotteri, foche, alcune specie di uccelli marini e pesci sarebbero contaminati, in particolare le "balene dentate" però risultano maggiormente intossicate e soggette a danni cerebrali. 

giovedì 3 gennaio 2013

Health and Enviroment Alliance

L'immagine che ho postato ieri viene dal sito "Health and Enviroment Alliance".
All'indirizzo http://old.env-health.org/a/3559 leggiamodi una campagna, a cui l'"Alleanza" aderisce, per aumentare la consapevolezza dei rischi legati all'esposizione al mercurio e l'obiettivo per il 2013 di ottenere un trattato globale.
Nel 2013 ci siamo, ma non mi risulta che ancora vi sia nulla del genere.
C'è un indirizzo mail che le associazion possono contattare.