sabato 5 gennaio 2013

Effetti tossici del mercurio nel biota artico - 1

Ho iniziato a leggere l'articolo di cui ieri ho postato il link. Molto interessante ma non sempre immediato da seguire.
Ecco una prima, parziale sintesi.

Le ricerche riguardano le specie animali dell'Artico. In 150 anni i livelli di mercurio sono aumentati del 92%.
In particolare la ricerca è focalizzata sui mammiferi con le più alte concentrazioni e che sono fonte di nutrimento per la popolazione, balene, foche ed orsi, che rappresentano una sentinella dell'ecosistema marino e che  come le persone vivono stabilmente in queste zone.
Dapprima si analizzava la presenza di mercurio in muscoli e sangue, dove è paragonabile agli “organi target” come fegato e reni, poi si è passati al cervello.
Sono stati trovati agenti contaminanti che a volte sono antagonisti ed altre lavorano in maniera sinergica, come per es. mercurio e POPs (Persistent Organic Pollutant=agenti inquinanti persistenti nell'ambiente). 
I mammiferi trattengono dal cibo il 95% di metilmercurio e solo il 15% di mercurio inorganico.
Una volta che il metilmercurio ha attraversato l'intestino, la linfa e il sangue, arriva negli organi dove viene demetilato, poi immagazzinato o espulso.
L'organo principale di mammiferi marini e uccelli dove ne troviamo grandi concentrazioni è il fegato.
Invece pinnipedi e orsi procedono sia alla demetilazione nel fegato che all'espulsione tramite il pelo e con feci e urine.
L'espulsione col pelo e la pelle riduce la concentrazione nel sistema nervoso centrale.

Mammiferi e uccelli che si nutrono di specie acquatiche possono essere in parte protetti dalla tossicità del mercurio da vari meccanismi, tra cui la demetilazione e il legame tra mercurio e selenio. Il Selenio sequestra il mercurio riducendone la biodisponibilità, ma anche il mercurio sequestra il selenio riducendone la disponibiltà.
Il selenio agisce inoltre direttamente o insieme con altri antiossidanti proteggendo le cellule dallo stress ossidativo dato dal mercurio o da altri fattori.
Il selenio è infatti un componente dell'acetil-selenio-cisteina, della selenio-glutatione perossidasi (proprietà antiossidanti), degli enzimi che trasformano la tiroxina... non so che da T4 in T3.
Se un agente tossico entra nel cervello e distrugge l'azione del Selenio, sono certi effetti nocivi: il metilmercurio ha affinità con il selenio e facilmente penetra la barriera del cervello attraverso il sangue, per poi trattenere selenio e ridurre la sintesi delle proteine che esso compone.
I selenidi che si formano nel processo di sintesi della seleniocisteina sequestrano mercurio, creando dei precipitati che sono inerti.
La formazione di composti Se-Hg riduce la disponibilità di selenio.
Sono stati trovati anche composti di altri metalli con il selenio nel fegato dei mammiferi.

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