Prendete la traduzione per quel che è, l'articolo è lungo e alcuni concetti non mi sono chiari.
Vi sono inoltre ricchissimi dati non sempre allarmanti che io non riporto.
C'è qualche prova che il
mercurio stia danneggiando la fauna dell'Artico?
Il Mercurio può
danneggiare il biota e gli umani residenti nell'Artico se in alte
concentrazioni, soprattutto le donne in gravidanza e il
feto durante il suo sviluppo. Dimostrazione di ciò è già stata fornita in Iraq e Giappone.
Oltre che per gli umani è neurotossico per la fauna selvatica,
documentato in alcune specie che si nutrono di pesci come i visoni.
Tutti i composti con il
mercurio sono neurotossici ma la preoccupazione riguarda soprattutto
il metilmercurio. Quest'ultimo, una volta ingerito, viene portato a
tutti gli organi del corpo attraverso il sangue, sino ad attraversare
la barriera del cervello. A certe concentrazioni può distruggere una
gamma di processi neurologici, degenerazione della corteccia
occipitale e del cervelletto, portando a parestesia, atassia, danni
sensoriali e perdita di memoria.
C'è timore che il
mercurio presente nell'Artico possa avere conseguenze sul
comportamento e la salute.
Per esempio uno studio su
43 bambini Inuit dimostra che pochi sono i deficit dovuti al
mercurio.
Seguono dati sulla
concentrazione nel cervello di vari animali.
Ci sono anche effetti
meno evidenti che sono stati studiati: in presenza di alte
concentrazioni aumenta il livello di recettori “muscalin
cholinergic” e calano quelli “NMDA” (cosa voglia dire questo lo
guardiamo poi).
Continua con i dati su
orsi, visoni,................
Un calo dei recettori
glutammato NMDA sono preoccupanti perché essi giocano un ruolo
fondamentale in processi legati alla salute, al comportamento, alla
riproduzione ed alla sopravvivenza di questi animali.
Il fegato agisce come
drenaggio linfatico e intestinale, supporta processi metabolici e
interviene nella sintesi delle proteine nel plasma (?) e fattori di
coagulazione, è un modulatore endocrinp/immunologico e immagazzina
energia (glicogeno).
In pratica è il luogo
dove i componenti xenobiotici sono biotrasformati.
Nei soliti animali
soggetti a studio sono state riscontrate lesioni del fegato
(infiammazioni, necrosi,...) in presenza di mercurio e cadmio. In
pratica i danni sono tre: induzione del reticolo endoplasmatico
liscio (?), interruzione della trasformazione ADP->ATP, stress
ossidativo delle membrane cellulari i cui segnali sono ingrossamento
del fegato e ipossia.
I reni agiscono come un
filtro, ripulendo dagli scarti tramite l'urea, mntiene l'omeostasi di
calcio e fosforo, la pressione del sangue, i livelli di acqua e di
elettroliti, attivano la vitamina D.
Sono state rilevate negli
animali lesioni renali indotte dalla presenza di mercurio inorganico:
sclerosi e otturazione dei glomeruli, necrosi, fibrosi interstiziali
e infltrazione di cellule linfocitarie e/ o mononucleari
Nelle balene è stata
trovata anche iperplasia fibromuscolare nei polmoni.
Nonostante la
detossificazione per via del selenio, questi agenti chimici
rappresentano uno stressore per gli animali.
La ricerca del mercurio
nel sangue riguarda il metilmercurio, indicatore dei processi di
assorbimento del cibo e del rilascio di mercurio mobilizzato (es. da
muscoli e fegato).
Le quantità trovate nei
piccoli dimostrano che anche la riproduzione è una via di
eliminazione del mercurio.
Negli orsi si è
dimostrato che il mercurio è associato ad una riduzione del
recettore NDMA e allo stato di metilazione genomica del DNA nel
midollo.
Anche nelle uova,
soprattutto l'albume, di uccelli marini si è trovata presenza di
mercurio che causa mortalità precoce degli embrioni, ridotta taglia
dei pulcini e deformità.
C'è mortalità nei pesci
solo ad alti livelli di metilmercurio. A livelli inferiori si notano
problemi neuroendocrini, come comportamenti inadeguati nella
deposizione delle uova e calo della riproduzione.
CONCLUSIONI
Le interazioni del mercurio con altri stressori chimici (cadmio,
POPs), fattori nutrizionali (selenio, vitamine disponibili), fattori
climatici (cambiamenti climatici e inpatto sulle condizioni ambientali),
sono importanti per il biota artico.
Molti predatori
sono contaminati da mercurio e metilmercurio per via della catena
alimentare, tuttavia una parte viene demetilato, mentre il mercurio
inorganico si lega al selenio. Questo permette loro una
detossificazione.
Nelle balene è stata trovata alta
concentrazione di mercurio nel cervello con effetti neurotossici, mentre
negli orsi, pur in presenza di quantità importanti in fegato e reni, la
concentrazione nel cervello è più bassa grazie all'escrezione tramite
il pelo. Gli animali con la pelliccia hanno un'ulteriore forma di difesa.
Alcuni uccelli hanno concentrazioni tali da interferire negativamente sulla riproduzione.
Le conoscenze sulle alte dosi di contaminanti sono ancora limitate.