giovedì 29 dicembre 2011

Cap and trade

La lettura di "Diagnosis: Mercury" naturalmente prosegue, in qualche modo generando sempre maggiore incertezza e confusione. Vengono riportati studi finanziati però dalle industrie che potrebbero risultare danneggiate da determinate conclusioni, risultati via via rivisti o indicazioni generiche e sommarie che dicono tutto e non dicono niente.
Vi riporto solo alcune frasi, scopiazzate qua e là negli ultimi capitoli.

"Con più di 5mila tonnellate di mercurio sparate nell'aria annualmente in tutto il mondo, non possiamo permettere all'industria di continuare come se l'inquinamento non danneggiasse l'ambiente solo perché i pescatori e le loro famiglie appaiono immuni alla tossicità del metilmercurio. In mezzo c'è il costo dell'inquinamento industriale da mercurio gettato nell'acqua, nel suolo, nell'aria; l'inquinamento dell'aria causato dalle emissioni delle centrali a carbone; il mercurio è comunemente usato in prodotti come le vernici acriliche e gli amalgami dentari; etilmercurio come conservante nei vaccini a base di thimerosal; batterie al mercurio, interruttori, computer-un groviglio di situazioni difficile da sbrogliare per chiunque."

"Sotto l'amministrazione Bush, l'EPA propose due alternative per controllare le emissioni degli impianti a carbone o a petrolio. La prima era quella che l'EPA aveva pianificato nel 2000: provare a ridurre le emissioni di mercurio sviluppando la migliore tecnologia. La seconda era di sviluppare sistemi di "cap-and-trade" (compravendita di quote), che permettesse ad una compagnia con impianti sia vecchi e inquinanti che nuovi e più puliti, per esempio, di superare i limiti per la riduzione dell'inquinamento compensandoli con i crediti delle proprie controparti meno inquinanti. Nel marzo 2005, l'EPA scelse la seconda ipotesi e, nel processo, tolse il mercurio dalla lista degli agenti tossici individuati con il "Clean Air Act".
Una obiezione spesso sollevata da questo tipo di accordi può essere espressa con una domanda ipotetica: puoi vivere nel New Jersey con gli impianti inquinanti e respirare l'aria dell'Oregon che ha pochi impianti inquinanti?".

Questi minimi cenni per dire che l'impatto degli interessi industriali ha condizionato probabilmente le conclusioni di molti studi e documenti ufficiali (vorrei raccontare tutto, ma temo diventi "concorrenza sleale" verso l'autrice del libro) ed io stessa, nel leggere i vari articoli sui limiti di mercurio tollerabili... mi ritrovo a volte scettica ed altre confusa. Visto che sto sviluppando il tema del pesce... poco ci manca a dire che ogni articolo presente in internet contraddice le premesse (ho letto più volte, per intenderci, che il rischio di contaminazione c'è e bla bla bla ma che in definitiva il pesce si può consumare perché sicuro... gulp?!). Per quanto riguarda me, che parto già avvantaggiata con quote di mercurio personali da cedere a chi è "più pulito", preferisco correre il rischio di eccedere con la cautela. Non smetterò di mangiar pesce ma ragionerò (pubblicamente, nel mio blog) sulle scelte più sicure in questo campo. 

Per oggi mi fermo, aggiungendo un video di Ann  Leonard, famosa "ambientalista web", sul sistema cap-and-trade applicato agli accordi sul clima. Non è facilissimo da seguire, ma parla proprio di ciò che costantemente sperimentiamo: a noi comuni mortali vengono date spesso versioni un po' farlocche, poi i conti con il "non detto" li facciamo comunque nel tempo.

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