sabato 10 dicembre 2011

Primo capitolo, seconda parte

Torniamo alla nostra dottoressa, personaggio quanto mai reale.
Verificata una presenza di mercurio nel sangue in più pazienti, decide di approfondire l'argomento.
Un testo medico di frequente consultazione indica il limite consentito di mercurio nel sangue in 50mcg/l.
La sintomatologia di riferimento parla di insonnia, nervosismo, tremori, indebolimento della capacità di giudizio e della coordinazione, diminuzione dell'efficienza cognitiva, emotività, mal di testa, fatica, perdita di pulsioni sessuali, depressione, parestesie importanti, difficoltà di linguaggio, di movimento, riduzione del campo visivo, perdita di capelli, cecità, microcefalia, spasticità paralisi, coma. 
Sul sito dell'EPA (agenzia di protezione ambientale americana) il valore massimo criportato è di 5mcg/l.
La Food and Drug Administration, FDA, che vigila sui farmaci e gli alimenti, si limita invece a mettere in guardia le donne incinta da un consumo eccessivo di pesce spada.

Inizia allora la ricerca di contatti per approfondire lo studio.

Il centro antiveleni inizialmente sembra molto interessato ad approfondire l'argomento poi però nessuno si fa più vivo.
Alcuni colleghi le chiedono di che si preoccupa, se non la fa la FDA. Questi discorsi li ho sentiti pure io, a proposito di nanoparticelle ed elettromagnetismo (ma che racconti? Se ci fosse un rischio lo sapremmo. Infatti...)
L'Ufficio Salute Pubblica della Marina di Stato dice che l'intossicazione dei pazienti viene da profumi e cosmetici.
Dal Dipartimento di Stato della Salute Pubblica viene informata che la soglia di tolleranza al mercurio sarebbe di 200 mcg/l. 
In ultimo contatta il centro per i mammiferi marini, traendo spunto da un recente spiaggiamento di balene. Le viene confermato che le balene possono avere livelli di mercurio molto alti ma che lo tollerano molto bene, e viene invitata a tornare di occuparsi di umani. Lo spiaggiamento risponde da solo.

Servono commenti?

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