lunedì 2 gennaio 2012

Verso la conclusione

Vorrei in questi giorni concludere con il libro della dottoressa Hightower per poter iniziare a parlare anche di altro.
La tentazione è ancora quella di tradurre e riportare tutte le parti salienti, ma credo non sia "politically correct" così ricorrerò anche questa volta ad una selezione.
Siamo nelle ultime pagine: "Per esempio per i bambini, dal momento che il loro cervello è ancora in crescita e il metilmercurio interferisce con la capacità delle cellule di dividersi, l'effetto del mercurio può essere permanente. Nell'utero bassi livelli di esposizione cronica si rivelano nel tempo con performance ridotte a scuola in alcuni test di linguaggio, ccordinazione, intelligenza. Sono ancora in fase di studio effetti negativi di tipo cardiovascolare, neurologico, psichiatrico."
Segue l'analisi di varie tipologie di rischio, un po' più dettagliata.
"Un'esposizione prolungata al metilmercurio può portare anche negli adulti a danni al cervello, con una ridotta capacità di elaborare le informazioni, ridotto funzionamento mentale, problemi di memoria, insonnia, movimenti anormali degli occhi."
Riguardo all'infertilità "molti studi indicano che l'esposizione cronica al mercurio può avere importanti effetti sul liquido seminale: ridotta concentrazione dello sperma, bassa percentuale di sperma morfologicamente normale, più bassa percentuale di sperma fluido, ridotta velocità  e minore movimento dello sperma in generale."
Le malattie autoimmuni: "Che la produzione di autoanticorpi negli animali sia più alta negli animali a causa del mercurio è stato dimostrato in molti studi. Solo di recente si è iniziato a guardare a questo processo negli umani e la soglia alla quale gli anticorpi autoimmuni siano scatenati in soggetti geneticamente suscettibili resta ancora sconosciuta. Le persone però la cui famiglia ha storie di malattie autoimmuni, come il lupus, tiroiditi, scleroderma, malattie del fegato, artrite reumatoide, dovrebbero consumare supplementi di omega 3da fonti non contaminate sino a che altre ricerche non siano sviluppate."
Dice ancora che in medicina non si può spesso dimostrare una relazione causa-effetto ma rilevare una maggiore incidenza di sintomi in una diagnosi. In questo senso nell'esperienza della dottoressa c'è una maggiore incidenza, tra gli intossicati, di "arteriosclerosi, infarti, sincopi, autoanticorpi, problemi neuropsichiatrici, infertilità, sintomi non specifici".
Dopo Minamata (di cui parleremo prossimamente), venne creato un "profilo Minamata leggero" (1990), che identificò sintomi statisticamente ricorrenti. Riporto anche questi: muscoli irrigiditi, disestesia (sensazione anormale specialmente del tatto), tremori delle mani, capogiri, perdita della sensazione del dolore, crampi muscolari, atrofia muscolare degli arti superiori, dolori alle giunture, alla schiena, tremore alle gambe, suoni nelle orecchie, atrofia muscolare, dolori al petto, palpitazioni, fatica, oscurità visiva, barcollamento. Solo per gli uomini sete e difficoltà ad urinare, nelle donne debolezza muscolare, incontinenza, perdita di memoria e insonnia.

Non so se è abbastanza per rendere l'idea del rischio... mi riferisco ovviamente a chi ha a che fare con gli intossicati giudicandoli "malati immaginari".
E proprio mentre scrivevo... ha di nuovo suonato il corriere! E' arrivato "Denti tossici 2". Non è il mio prossimo step (mi riferisco agli argomenti del blog) ma prima o poi ci finirà dentro senz'altro!

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